
Olio extravergine di oliva e invecchiamento
La genesi dell'invecchiamento è complessa e controversa. Molte teorie sono state invocate per spiegare come mai una macchina perfettamente programmata e che teoricamente non dovrebbe mai arrestarsi, cominci invece gradualmente a diminuire la sua efficienza fino a fermarsi definitivamente. Attualmente si ritiene che, nel "programma" delle funzioni dell'organismo, si possano verificare degli errori casuali che conducono ad un inceppamento e quindi ad una "fuga dal programma" con formazione di cellule e di tessuti più deboli.
Tali errori vengono inizialmente corretti, ma con il tempo si ripetono fino a che l'organismo non riesce più a ripararli e dalla loro somma, si arriva ad una "catastrofe" di errori con il decadimento psicofisico prima e successivamente la morte. Molte possono essere le cause degli errori, dalle malattie infettive croniche, alle intossicazioni, alle esposizioni ambientali, alla alimentazione incongrua. Oggi però molto credito viene dato alla formazione di alcune sostanze, denominate 6C conosciute anche come "radicali liberi", che derivano dalla perossidazione di vari substrati tra cui principalmente gli acidi grassi polinsaturi.
Nonostante la loro essenzialità per l'organismo, è necessario perciò; che l'apporto degli acidi grassi polinsaturi venga limitato alla quantità strettamente necessaria e che siano adeguatamente protetti da agenti anti-ossidanti, come, in maniera quasi fisiologica, si verifica nell'olio extravergine di oliva. Nell' anziano si assiste spesso ad alterazioni del gusto che portano a ricercare i cibi più gradevoli al palato, e non è infrequente l'osservazione di turbe dell'assorbimento intestinale che conducono a carenze vitaminiche e minerali in particolari del calcio, con conseguente decalcificazione delle ossa. L'olio extravergine di oliva trova anche in questo caso una precisa indicazione, sia per i caratteri organolettici particolarmente gradevoli, sia per la facile digeribilità che consente un migliore assorbimento delle vitamine liposolubili e, conseguentemente, un migliore assorbimento del calcio.